IL SANGIOVESE

Il Sangiovese è la varietà a bacca rossa più diffusa sul territorio e non a caso uno dei rossi che meglio racconta la tradizione del vino sfuso in Italia. Gastronomico e succoso, è un ottimo vino quotidiano. Su Sfusobuono trovi diverse interpretazioni di Sangiovese in bag in box, provenienti dalla Toscana, nella zona del Chianti e in Maremma e dalla Romagna, tra Faenza e Forlì. Vini conviviali che danno il loro meglio a tavola!

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Storia dell’uva Sangiovese tra Toscana e Romagna

Il nome Sangiovese trae la sua origine in epoca etrusca dall’espressione ‘sanguis Jovis’ ovvero Sangue di Giove. Questa etimologia dichiarerebbe la Romagna come sua zona d’elezione, per la precisione nei dintorni del Monte Giove, nei pressi di Sant’Arcangelo di Romagna. Si ha infatti notizia di vendita di vino Sangiovese nel 1721 grazie a un documento ritrovato nell’archivio della famiglia Zaldi Nauli. Le sue radici in Toscana sono invece più tenebrose, dove è difficile trovare un luogo preciso di origine; quel che è certo è che in questa regione che si è diffuso maggiormente, dando inoltre vita alle espressione più note e prestigiose di Sangiovese. Passa il tempo e nel 1590 Gianvettorio Soderini parla di Sangioveto definendolo: “un vitigno sugoso e pienissimo di vino […] che non fallisce mai”. Risale alla fine del Settecento la tela di Bartolomeo Bimbi che raffigura un’uva denominata allora Sangioveto. È solo a partire dall’Ottocento che inizia ad essere catalogato tra i vitigni d’Italia e inizia a diffondersi nella zona di Montepulciano, in provincia di Siena, il termine Prugnolo. Iniziano quindi a distinguersi due differenti dizioni: Sangioveto in Toscana - assimilato al Prugnolo e al Brunello - e Sangiovese in Romagna.


La diffusione del Sangiovese

Il Sangiovese è l’uva a bacca rossa più coltivata sul territorio italiano con più di 70.000 ettari di vigneto, il corrispondente di oltre il 10% del suolo vitato nazionale. Si è diffuso in maniera omogenea in tutte le regioni del centro e in maniera meno sostanziosa nel sud d’Italia: è presente in tutte le aree vinicole della Toscana, in Romagna, nelle Marche, in Umbria, in Lazio, in Abruzzo, in Molise, in Puglia e in Basilicata, con una presenza anche in Sicilia, Sardegna e Campania. La varietà Sangiovese trova in Toscana il suo terroir d’elezione, dove è stata coltivata per secoli per produrre vini di qualità. Basta pensare che sono oltre un centinaio le DOC che prevedono la presenza del Sangiovese nell’uvaggio e ben 4 le DOCG che hanno come protagonista il purezza e non questa uva, ovvero: Chianti, Vino Nobile di Montepulciano, Carmignano e Brunello di Montalcino. Passando invece ai vini Emilia-Romagna, il Sangiovese ha trovato una casa accogliente e nobile nell’areale della Romagna, in particolare tra Forlì e Faenza, dove da vita ad espressione generose e gastronomiche; un esempio lampante è il Sangiovese di Romagna Marta Valpiani o quello di Cantina San Biagio Vecchio.


Che gusto ha il Sangiovese e con cosa lo bevo?

Il gusto del Sangiovese può variare a seconda della zona di produzione, ma generalmente è un vino mediamente strutturato, con note di frutta rossa - in particolare amarena, mora e prugna - e violetta in gioventù e aromi speziati e terziari, soprattutto di vaniglia e liquirizia, ma anche caffè e cioccolato, se bevuto nel tempo, magari dopo un medio o lungo affinamento in botti di legno. A livello gustativo il Sangiovese è scorbutico e inizialmente spigoloso, per cui i produttori hanno cercato di ammorbidire questa tensione adottando pratiche enologiche di diverso tipo, prima fra tutte il riposo in legno, ma anche l’aggiunta di varietà internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon su tutte) nell’assemblaggio, al fine di rendere il sorso più facile. Non è un caso infatti che nell’uvaggio storico del Chianti fossero ampiamente utilizzate uve come Colorino, Canaiolo e Mammolo. Il Rosso Toscana IGT di Antonio Camillo, un blend succoso ed equilibrato di Sangiovese e Ciliegiolo ne è uno splendido esempio, così come il Rosso Toscana IGT di Buondonno che all’uva Sangiovese affianca nell’uvaggio un poco di Merlot.

Il Sangiovese è un vino che può essere apprezzato sia da solo sia accompagnato a diverse pietanze, dando un tocco di eleganza ad ogni pasto. In Toscana è usanza consumare il pane senza sale, detto sciocco o sciapo, una base perfetta per l’olio extra vergine di oliva nuovo e per i salumi locali che, contrariamente al pane, hanno sapore e sapidità da vendere. Un bicchiere di Sangiovese in bag in box, spillato direttamente nel calice o travaso in una brocca o nel caratteristico fiasco, aiuterà sicuramente a chiudere l’assaggio in maniera garbata e armonica. Un altro piatto tipico della cucina toscana è senza dubbio la ribollita, la nota minestra a base di cavolo nero, bietole e pane raffermo, ma anche la pappa al pomodoro, zuppa calda e morbida, elogio della cucina contadina di recupero. Un calice di 'Piero Rosso' Toscana IGT di Fattoria Pomona, assemblaggio di Sangiovese e Cabernet Franc è quello che ci vuole per accompagnare queste portate così gustose e confortevoli. Per i più carnivori invece non può mancare una classica bistecca alla fiorentina, taglio di carne di vitellone o scottona, tipicamente di razza Chianina oppure una grigliata mista all’aperto durante la stagione estiva.

Se anche tu come noi sei un amante della buona tavola e del vino rosso quotidiano da bere tutti i giorni durante i pasti, scopri le offerte di Sangiovese in bag in box da 3 litri in vendita online su Sfusobuono.